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Attività solare e terremoti

Tag: attività solare, terremoti, minimo solare, sismicità, macchie solari, AP Index

 

  In questi ultimi mesi siamo stati tempestati dai media per ogni scossa tellurica avvenuta sul pianeta. Senza dimenticare i tragici terremoti avvenuti ad Haiti o in Cile la nostra percezione è stata quella di un aumento del numero dei terremoti in questo inizio dell’anno.

Volendoci vedere chiaro e cercando una conferma o smentita di questa sensazione, nello spirito di questo sito, da alcune settimane ho iniziato una ricerca nelle varie banche dati che contengono la memoria dei terremoti.

 

 

 

europe

 

La Sismicità in Europa nel periodo 1990-2000 in base alla profondità del sisma

tratto dal sito del National Earthquake Information Center (NEIC)

 

 

  Per chi ha una preparazione scientifica questo non è difficile, grazie ad Internet dove sono presenti le maggiori banche dati geologiche e astronomiche, ma è un lavoro lungo e macchinoso che richiede molta attenzione nella trascrizione dei dati per non ottenere risultati distorti.

Si tratta di una cosiddetta ricerca retrospettiva, ossia una ricerca volta all'indietro nel tempo, ma estesa fino ad oggi, che ha lo scopo di illustrare momenti e aspetti passati del fenomeno terremoti e la loro correlazione con eventuali situazioni astronomiche.

 

  Bisogna in primo luogo affermare che le rilevazioni più attendibili risalgono a meno di 40 anni fa, ossia dal 1973. Ma quasi 40 anni è un tempo sufficiente per chiarire la tendenza attuale, mentre non è possibile fare un paragone con eventi di 100 o 200 anni fa, in quanto i dati in quel periodo risultano frammentari.

 

  Scopo di questo lavoro è stato determinare se in questo ultimo periodo si è veramente assistito ad un aumento dei terremoti nel globo e se ci possano essere correlazioni con l'attività solare.

 

 

  Materiali e metodi

  Affinché questa ricerca fosse ripetibile da altri utenti non convinti dai miei risultati, la scelta della banca dati di più facile uso ed affidabilità è caduta sul National Earthquake Information Center (NEIC) (http://earthquake.usgs.gov/ ) del Governo degli Stati Uniti.

 

  Come dice l’intestazione del suo sito, lo scopo del NEIC è determinare rapidamente l'ubicazione e la potenza di tutti i terremoti mondiali ed immediatamente diffondere queste informazioni alle agenzie nazionali ed internazionali interessate, gli scienziati, ed il pubblico in generale.

  Il NEIC compila e mantiene un database globale sismico, esteso su tutti i parametri dei terremoti ed i loro effetti che servono come solida base per la ricerca nelle scienze della terra.

 

  Il primo problema da affrontare in una ricerca di questo tipo è quale parametro scegliere per valutare con sicurezza il corretto verificarsi di un terremoto.

Si è pertanto scelta la scala Richter come affidabilità e diffusione.

Inoltre, è noto a tutti i geologi che eventi con magnitudo di 4,5 della scala Richter o più grandi sono abbastanza forti da essere registrati dai sismografi di tutto il mondo.

 

  Per togliere qualsiasi dubbio di affidabilità si è però scelto di valutare tutti i terremoti con un valore maggiore di 5 di magnitudo della scala Richter. Si è comunque proceduto ad una suddivisione in classi per magnitudo ed in serie temporali che vanno dall’anno (12 mesi) al trimestre (3 mesi).

  Non si è voluto però ricercare a quale profondità ed intensità si sono determinati i terremoti perché trattasi di dati di maggior interesse per capire la dinamica locale, ma non di scala globale.

 

  Per il numero delle macchie solari annuali si sono utilizzati i dati del database dell’istituto europeo Solar Influences Data Center (SIDC) in Belgio (http://sidc.oma.be/index.php ), che ultimamente si è dimostrato molto più prudente e affidabile del NOAA nel conteggio delle macchie solari (il SIDC e il NOAA sono i due principali istituti che conteggiano le macchie solari, di seguito Catania).

 

 I dati dell’AP Index sono ricavati, invece, dal database del GeoForschungsZentrum (GFZ) Potsdam Adolf-Schmidt-Observatory for Geomagnetism di Niemegk (Germania) (http://www-app3.gfz-potsdam.de/kp_index/index.html ).

 

 

  Risultati

  La ricerca, che è stata svolta dal 1973 al 2009 sui terremoti compresi tra i 5.0 e i 9.9 di magnitudo, ha dato luogo al grafico sottostante.

 

 

  In questo grafico appare evidente che a partire dal 2005, dopo un periodo altalenante durato 30 anni, il numero globale dei terremoti si è fortemente incrementato, con un picco nel 2007 con un numero di terremoti caratterizzato da 2270 eventi. Mentre nel 1998 vi è stato il picco minimo con un numero di 1096 eventi. Un altro picco minimo si è verificato nel 1982 con 1262 eventi.

 

  I dati del 2010 non sono presenti in quanto incompleti, sì può però dire che in data 25/03/2010, data della conclusione di questo lavoro, i terremoti erano già 672 (con 4 terremoti super distruttivi). Se estrapoliamo questo dato moltiplicandolo grossomodo per 4 (i quattro trimestri dell’anno) otteniamo un valore di 2688 terremoti globali previsti per il 2010, se continua l’attuale andamento in risalita.

 

  È evidente che per ora non vi è alcuna reversione del processo e l’aumento del numero di terremoti globali è reale e non si tratta di una falsa percezione suggerita dai media.

 

  Ma se però separiamo i terremoti veramente distruttivi, ossia con una magnitudo superiore ai 7 gradi Richter (come quello in Cile del 27 febbraio 2010 con magnitudo 8,8 o ad Haiti del 12 gennaio 2010 con magnitudo 7) oppure anche solo quelli con una magnitudo superiore a 6,5 (ricordiamo che il recente terremoto in Turchia l’8 marzo 2010 ha avuto una magnitudo di 6,1, ma ha comunque causato una sessantina di morti) allora non osserviamo un andamento paragonabile.

 

  In poche parole se aumenta la sismicità globale non aumenta necessariamente il numero dei terremoti fortemente distruttivi.

 

  Il grafico corrispondente a questi dati sui terremoti fortemente distruttivi presenta una certa alternanza con un picco straordinario nel 1995, che non appare per nulla nel grafico dei terremoti globali con magnitudo uguale o maggiore di 5, posto più sopra.

È presente, però, un altro picco nel 2007 con 18 eventi super distruttivi che appare del tutto simile a quello rilevato nel grafico dei terremoti con magnitudo maggiore di 5.

 

Il grafico successivo mostra con la linea di colore rosa l’andamento dei terremoti super distruttivi con magnitudo maggiore o uguale a 7 della scala Richter e con la linea di colore blu quelli con magnitudo maggiore o uguale a 6,5.

Per rendere un'idea di cosa si sta parlando, il terremoto dell'Aquila del 6 aprile 2009 ha avuto, nella sua scossa principale, una magnitudo di 6,3 della scala Richter.

 

 

  Come si vede i terremoti estremamente potenti (>=7) sono circa un terzo di quelli superiori a 6,5 di magnitudo.

  C’è però sicuramente una recrudescenza di questi terremoti in questi ultimi anni, ma non superiore a quella rilevata nel 1995.

 

 

  Discussione

  Fatto il punto sulla situazione generale dei terremoti che appare abbastanza chiara e soprattutto con andamento non proprio costante, vediamo di cercare se è possibile una correlazione con le macchie solari, indice dell’attività magnetica solare e con l’AP Index (Average Planetary Index) o indice geomagnetico planetario.

 

  L’AP Index determina la capacità del campo magnetico solare di influenzare il campo magnetico terreste. Ha un valore compreso tra 0 ed oltre 100 e si basa sui dati ricevuti da specifici osservatori posti sulla Terra. In questo studio abbiamo usato i dati presenti nel database dell’istituto tedesco GFZ.

  È sempre stato un indice correlato al numero di macchie solari: ha infatti raggiunto valori elevati nel corso dei massimi solari del 1982, 1991, 2003 con un valore superiore a 20. Ma nel corso del 2009 non solo non è aumentato in corrispondenza della ripresa di attività solare, ma anzi è ancora diminuito rispetto ai valori già bassi raggiunti all’inizio del cambiamento di ciclo a dicembre 2008, raggiungendo nel 2009 il valore medio di 3,9 e di 2 nel mese di dicembre 2009. Ora sta parzialmente risalendo segnando un 3 a gennaio 2010 e 5 nel mese di febbraio.

 

  Se ora osserviamo con una certa elasticità il grafico delle macchie solari a partire dal 1973, data di inizio delle rilevazioni sui terremoti, e lo confrontiamo con il grafico dei terremoti posto per primo in questa disamina, notiamo una certa corrispondenza tra i massimi solari e la diminuzione del numero dei terremoti con magnitudo uguale o superiore a 5, per dire la verità un po’ meno intensa nel periodo 1990-1.

 

 

  Ciò potrebbe essere spiegabile perché il numero di macchie solari sorte durante il massimo del 1989 decrebbe discretamente nel 1990 per poi risalire nel 1991, quindi si ebbe un certo “flop” nel pieno del massimo.

 

  Ugualmente se confrontiamo il grafico dell’AP Index, vediamo un comportamento piuttosto particolare con discese e risalite nello stesso periodo.

 

 

  Molto interessante se prendiamo in esame i grafici delle macchie solari e dell’AP Index nella loro ultima parte (a partire dal 2000) e li confrontiamo con il grafico dei terremoti per lo stesso periodo con magnitudo maggiore o uguale a 5 e diviso in serie temporali dell’ampiezza di un trimestre posto qui sotto.

 

 

 

 

  Scopriremo con maggior accuratezza che contemporaneamente con il ridursi del numero delle macchie solari e dell’AP Index si osserva un progressivo e inesorabile aumento del numero dei terremoti.

  Ma se ora l’AP Index tende a riprendersi, come sembra accaduto nel febbraio e nel marzo di questo anno, si dovrebbe assistere anche al ridursi del numero dei terremoti globali e sarebbe una prova di questa correlazione.

  Ma tutto ciò sarà determinabile solo alla fine del 2010.

 

 

 

  Conclusioni

  Ben lungi dal voler dare una parola definitiva, appare innegabile che in questo ultimo periodo si è osservato un aumento del numero globale dei terremoti in corrispondenza della diminuzione dell’attività solare.

 

  Come questa possa influenzare realmente l’attività geodinamica del nostro pianeta non è chiaro per niente, ma se per ora dobbiamo basarci solo su un modello statistico nella previsione dei terremoti, dobbiamo tener d’occhio anche il Sole per sapere se i terremoti aumenteranno o diminuiranno in maniera globale e quindi dovremo o no tenere la guardia più alta.

  Ricordo che la correlazione tra vulcanismo e attività solare è stata già dimostrata dati alla mano da vari ricercatori (vedi qui).

  Così potrebbe essere tra terremoti e attività solare.

 

  Non che il Sole sia in grado di generare terremoti laddove non è possibile che avvengano, ma la mancanza dell'azione di difesa determinata dalla riduzione del suo campo magnetico durante il minimo solare può spingere ad anticipare od esasperare l’insorgenza del terremoto dove comunque si sarebbe generato, ma più avanti nel tempo.

  Un minimo solare del genere non si osservava dal 1913 e allora non avevamo gli strumenti tecnici per fare le opportune valutazioni e le ipotesi sul comportamento del Sole.

 

  Come ebbi già a dire in contrasto con alcuni geologi, per i quali la Terra è come se fosse sospesa nel vuoto del Cosmo in maniera del tutto indipendente (e tutto ciò che accade sulla sua superficie o al suo interno sia solo l’esito di processi casuali e imprevedibili), non possiamo dimenticarci del resto del Sistema Solare.

  La Terra subisce dei processi che spesso nascono da lontano e anche questi vanno analizzati.

  Nulla nel Cosmo accade per caso.

 

 

Bibliografia

Banca dati National Earthquake Information Center (NEIC) (http://earthquake.usgs.gov/ )

Banca dati Solar Influences Data Center (SIDC) in Belgio (http://sidc.oma.be/index.php )

Banca dati GeoForschungsZentrum (GFZ) Potsdam Adolf-Schmidt-Observatory for Geomagnetism, Niemegk (http://www-app3.gfz-potsdam.de/kp_index/index.html ).

 

 

Tabelle originali con grafico in formato .xls

1)    Terremoti 1973-2010 maggiori o uguali a 5 di magnitudo della scala Richter

2)    Terremoti 2000-2010 maggiori o uguali a 5 scala Richter divisi per trimestri

3)    Terremoti distruttivi 1973-2009

4)    AP Index 1973-2010

5)    Numero macchie solari 1973-2009

6)    AP Index 1932-2010

 

by Paolo D. - Inserito il 30 marzo 2010

 


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