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Aggiornamento della situazione solare di agosto 2010

Ma davvero il Sole sta esagerando?

 

TAG: cicli solari, macchie solari, ciclo 24, previsione ciclo 24

 

 

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Ultimamente le notizie drammatiche sull’eccessiva attività solare si sprecano sia in Internet (http://it.notizie.yahoo.com/53/20100803/ttc-il-sole-sia-sta-svegliando-lo-tsunam-f0c422d.html) sia nei quotidiani, che non sto a citare tutti, per l’ondata di calore e di gravi incendi determinatisi in Russia in questo periodo.

Dati alla mano cerchiamo di semplificare i concetti mantenendo i nervi saldi e non come certi media, sempre alla ricerca della notizia sensazionale, ma effimera.

Cominciamo a partire dal concetto che il nostro Sole è una stella per definizione incostante e da quando esiste il telescopio, ossia dal 1610 grazie a Galileo, abbiamo avuto più prove tangibili che i cicli solari presentano notevoli diversità tra loro, che influiscono notevolmente sulle temperature medie e di conseguenza sul clima.

Ma se guardiamo al passato, in base al clima, possiamo citare vari momenti della storia nei quali ci sono stati forti innalzamenti della temperatura conseguenti a potenti cicli solari. Ad esempio possiamo citare il “periodo caldo medievale”, periodo in cui grazie all’aumento delle temperature i vichinghi poterono conquistare la Groenlandia e la chiamarono proprio così perchè era una terra verdissima (Grun Land) dove ci si poteva coltivare tranquillamente e non una distesa di ghiacci come ora.

Come possiamo citare il periodo di raffreddamento globale che giunse alla fine dell’Impero Romano e che ne accellerò la caduta, costringendo numerose popolazioni nordiche a calarsi più a sud pena la loro sopravvivenza, determinando le ben note invasioni barbariche.

Ma questi sono dati storici e non solari.

Prendiamo in esame questi ultimi e osserviamo la figura qui sotto che riguarda gli ultimi cicli solari ben documentati con il telescopio in base al numero delle macchie solari.
Abbiamo imparato da tempo sulle pagine di questo sito che le macchie solari non sono che l’espressione visibile della potenza dell’attività solare. A valori più elevati di queste ultime corrispondono valori più elevati di attività solare.



Il numero delle macchie solari riprese annualmente (in nero) fino al 1750, poi mensilmente (in rosso)
(fonte SIDC:
http://sidc.oma.be/html/wolfaml.html
)


In questo grafico ci appare abbastanza evidente che i cicli solari non sono tutti uguali nella loro attività. Vediamo ad esempio una depressione della loro attività nel periodo 1700-1720, corrispondenti alla porzione finale del celebre minimo solare di Maunder, ed ancora un periodo di depressione solare nel periodo posto tra la fine del 1700 e il 1825, corrispondente al minimo di Dalton.
Due periodi di raffreddamento climatico denominati anche Piccole Ere Glaciali.

Anche nei primi anni dello scorso secolo si sono osservati dei cicli solari più bassi, anche se non a livello delle passate Piccole Ere Glaciali, ma che ugualmente provocarono un bel numero di morti per freddo e fame durante e subito dopo la Prima Guerra Mondiale, oltre che responsabili della diffusione dell’epidemia di influenza Spagnola del 1919 che provocò ancora più morti della Prima Guerra Mondiale stessa.

Quindi il Sole ha regolato da sempre anche lo sviluppo e la distruzione della società umana.

Diamo ora un’occhiata a questi prossimi grafici che definiscono gli ultimi cinque cicli solari che ci sono più vicini e costituiscono parte del cosiddetto “Periodo Caldo Moderno”.



Gli ultimi cinque cicli solari antecedenti all’attuale. In blu i valori mensili, in rosso la media mensile ponderata del numero delle macchie solari (fonte SIDC: http://sidc.oma.be/html/wolfmms.html)


Come si vede anche intorno agli anni ’70 si può osservare un ciclo di minore intensità piazzato nel pieno del “Periodo Caldo Moderno” e che chi è meno giovane ricorda abbastanza bene per le intense nevicate e il freddo di quel periodo in Italia.

Tutta questa disamina per ricordare che il Sole ha sempre avuto periodi altalenanti di attività.
Ma cosa sta accadendo ora al nostro Sole?

L’attuale ciclo solare il 24 ha subito all’inizio della sua attività un’importante influenza da parte dei giganti gassosi del sistema solare (Giove, Saturno e Urano) che allineandosi con il Sole proprio all’inizio del ciclo hanno in qualche modo tirato il freno della sua attività.

Non è chiaro come riescano ad agire sull’attività solare e in questo articolo non vorrei entrare nel merito della loro possibilità di modificare il momento angolare del Sistema Solare, ma diciamo piuttosto che in qualche modo hanno provocato, proprio nel momento di ripresa della sua attività postoa alla fine del ciclo 23, una depressione del suo riavvio.

Ma anche se con il freno tirato e con tutti gli indici solari al minimo il ciclo è andato avanti lo stesso e, come previsto dagli astronomi slovacchi V.Rusin, M.Minarovjech e M.Saniga (
http://www.salviamoci2012.eu/forum/news.asp?id=57), il massimo solare del ciclo 24 si avrà lo stesso tra la fine di quest’anno e il prossimo, e si assisterà anche ad un secondo picco di massimo solare intorno al 2012.

Cito loro e non la NASA o Hathaway perché in questi ultimi mesi si è assistito a delle giravolte incomprensibili da parte loro su quando verrà a determinarsi questo massimo che attualmente è previsto per il 2013 o addirittura per il 2014.



La previsione NASA del ciclo 24 risalente a dicembre 2009


Questo doppio massimo solare previsto dagli astronomi slovacchi è invece da attribuirsi all’attuale diverso stato di avanzamento del ciclo 24 tra i due emisferi solari nord e sud. Diciamo che l’emisfero meridionale si trova un po’ più indietro rispetto al settentrionale di circa un anno nel suo sviluppo.

Questa situazione non è una novità ed anche in cicli precedenti si è potuto osservare una situazione di doppio picco nel massimo. Vediamo la prossima figura.



Gli ultimi cinque cicli solari antecedenti all’attuale. In blu l’attività dell’emisfero settentrionale, in rosso l’attività del meridionale (fonte SIDC: http://sidc.oma.be/html/wnosuf.html)


Come si vede negli ultimi due cicli il doppio picco, dovuto alla diversa tempistica dei due emisferi solari, è particolarmente evidente.
Nulla di strano se accadesse anche nel ciclo 24 e il secondo picco possa essere più potente del primo, portandoci ad una maggiore attività solare intorno al 2012. Questo perché in una fase più avanzata verrebbe a mancare il freno tirato dell’influenza planetaria che ha avuto il suo apice intorno al 4 luglio 2010, ma che nel 2012 perderà quasi totalmente la sua influenza sul Sole.

Ma quello sul quale tutti i fisici solari sono convinti è che questo ciclo sarà piuttosto debole e questo provocherà un raffreddamento climatico generalizzato.

Per fare un esempio della diversità del numero delle macchie solari basta confrontare le immagini del Sole attuali con quelle del Sole dello stesso periodo nel ciclo 23, comunque meno intenso del ciclo 22, 21 o 19, che potete osservare qui sotto.



Sotto l’immagine del Sole di ieri 6 agosto 2010, sopra quella del periodo corrispondente nel ciclo 23.
È evidente la differenza di numero e di dimensioni delle macchie solari anche se nella stessa collocazione di latitudine.



In entrambi i casi è particolarmente evidente la vicinanza delle macchie all’equatore, che rappresentano una configurazione da pre-massimo secondo la legge di Spörer.

Secondo la legge di Spörer le macchie all’inizio di un ciclo nascono grossomodo vicino ai poli del Sole a latitudini intorno ai 40° nord e sud e come il ciclo avanza si spostano sempre più verso l’equatore. Quando è presente il massimo solare del ciclo la latitudine dei gruppi è di circa 15° Nord e Sud dalla linea dell'equatore solare. Poi cominciano a diminuire, ma si avvicinano ancora più all’equatore fino ad una latitudine di 6-7° Nord e Sud.
Al termine del ciclo diventano sempre più rare e scompaiono ancor prima di raggiungere l'equatore mentre, contemporaneamente, compaiono a latitudini elevate le prime macchie dei nuovo ciclo.

Attualmente le macchie presenti hanno una latitudine intorno agli 8-10° Nord.

L’avvicinarsi all’equatore delle macchie solari nel corso del ciclo solare è responsabile del diagramma cosiddetto “a farfalla”, se poniamo in ascissa il tempo e in ordinata la latitudine delle macchie.



Il diagramma a farfalla degli ultimi tre cicli. In blu la posizione delle macchie dell’emisfero settentrionale, in rosso del meridionale.
È evidente nella prosecuzione del ciclo la localizzazione sempre più vicina all’equatore.
(Fonte: SIDC
http://sidc.oma.be/html/papi22c.html
)


Di conseguenza è molto più di una teoria che il massimo solare sia prossimo e non che si verifichi molto più tardi come ipotizzato dalla NASA e dal NOAA.

Come dice Leif Svalgaard, il più famoso fisico solare del globo che io cito spesso, bisogna valorizzare i dati empirici senza perdersi in modelli statistici.
Pertanto appare scarsamente applicabile in questa situazione visiva la teoria del ritardo del massimo rispetto l’inizio del ciclo.

Nei i precedenti tre cicli il momento in cui si è raggiunto il massimo dall’inizio del ciclo è stato di 42 mesi nel ciclo 21, di 32 mesi nel ciclo 22, di 47 mesi nel ciclo 23.
Ora ci troviamo a 21 mesi dall’inizio del ciclo 24 e la variabilità del periodo è evidente.
Pertanto per ora ci possiamo fidare solo della posizione delle macchie per valutare in quale fase siamo del ciclo.



Lo sviluppo degli ultimi cicli solari in base al momento di partenza.
È evidente il diverso ritardo nel massimo
(fonte Solen
http://www.solen.info/solar/cyclcomp1.gif)


Il problema vero sarà che questo massimo sarà un massimo molto scarso, perlomeno questo primo picco, e questo non potrà non avere riflesso sul clima del pianeta

Attualmente i vari indici solari sono in un momento di crisi e, a dispetto di coloro che parlano di uno tsunami solare, il solar flux a 10.7 cm per ora non riesce a stare sopra gli 80 sfu e il Planetary K-index è poco sopra l’1-2.



Il grafico di oggi 7 agosto 2010 del Solar Flux e dellAP-Index in rapporto alle macchie solari
(fonte Solen:
http://www.solen.info/solar/ )


Trascuriamo la polemica sui conteggi gonfiati esibiti dal NOAA e dal SIDC che saranno argomento di un prossimo articolo, dopo accurate verifiche sperimentali che “drogano” i dati del numero delle macchie solari esibiti da queste istituzioni.

Ricordiamo che il NOAA usa peraltro il "Boulder Sunspot Number" che usa una formula ricavata dal numero di Wolf del 1848 che è di per se stessa maggiore del 25% del secondo indice ufficiale usato dal SIDC denominato l’"International Sunspot Number," che usa la stessa formula, ma ha diversi osservatori astronomici tra cui Catania che è la punte di diamante.

In conclusione le notizie allarmanti date dai media riguardo ad un presunto “risveglio” del Sole non sono veritiere in quanto l’aumento dell’attività è semplicemente frutto dell’avanzamento del ciclo verso un naturale massimo.

In secondo luogo, il ciclo 24 rimane un ciclo a bassa attività che non ci porterà di certo ad incenerirci come pianeta, come ipotizzato da qualcuno, ma verso un più malinconico raffreddamento globale che sopraggiungerà con una certa calma. Ce ne accorgeremo già con il prossimo inverno, con una Corrente del Golfo in crisi, l’Artico in ripresa con un mese d’anticipo e l’Antartico in continua crescita.

Inverno già presente nell’emisfero meridionale del nostro pianeta, che in collaborazione con una Nina molto violenta è attualmente responsabile del clima rigidissimo nell’America del Sud e delle nevicate in Brasile o a Buenos Aires.

Di sicuro non ci saranno neppure le tanto reclamizzate tempeste solari spaventose nel 2013.


Pablito - 7 agosto 2010

Pubblicato su questo sito il 4 ottobre 2010

 

 


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