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Narci Simion

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020803 simion

 

Uno sguardo che sa farsi nuovo racconto


"Ma a chi possono interessare dei quadri di montagna? Oggi, poi,
che tutti possiedono una macchina fotografica digitale e, tornati a
casa, ci si possono stampare le fotografie...".


In fondo e questo, uno legittimamente si può chiedere chi non abbia visto i quadri di Narci.
Bisogna pero averli sotto gli occhi per rendersi conto che si potrebbe girare a lungo in mezzo alle Pale di San Martino, ma non si riuscirebbe a realizzare una sola fotografia paragonabile ad uno dei suoi dipinti.
Il 'problema' è che lui nei suoi quadri ci mette del suo.

Certo, quando ci si parla assieme, Narci cerca di depistare l‘interlocutore, definendosi un "artigiano del paesaggio", un semplice "Bergmaier".
Solo insistendo si riesce a fargli dire qualcosa di piu.
Lui, sornione, finge di sbilanciarsi e cita, snocciolandone i nomi, i
suoi maestri: Turner, Whymper, i Compton, Piatz, Diemer... 
Effettivamente, bisogna ammetterlo, si vede che nei suoi quadri c‘è la lezione di questi grandi illustratori.

 

Ed e sicuramente guardando ai loro suggerimenti, che Narci trae
l‘ispirazione per rendere vive le sue opere. In esse tale tradizione
si manifesta soprattutto nella cura quasi ossessiva per il particolare, nella scelta della composizione, quasi fosse una sfida alle capacità del mezzo fotografico.
Ma c'è dell‘altro...

 

narci simon 1


E allora per capire si deve imboccare un'altra via, lasciando perdere l'artista e pensando all‘uomo.
Solo spostando l‘attenzione sui suoi interessi, i suoi viaggi, la sua
cultura, si può comprendere cosa rende diversi i suoi quadri...
Nella sua pittura lui ci distilla dentro tutta una vita fatta di mille interessi. Ed è scavando in questo sedimento che, pian piano, si cominciano a cogliere le molteplici contaminazioni che rendono le sue opere 'dialoganti' con il presente.


Narci infatti ha saputo coniugare gli insegnamenti delle vecchie
scuole paesaggistiche mitteleuropee e l'altrettanto antica pittura
orientale; soprattutto in alcune inquadrature, ed ancor più in certe pennellate, non si possono non scorgere la lunga frequentazione e lo studio della pittura Zen giapponese.


L'altra contaminazione introdotta da Narci, assolutamente eccentrica rispetto alla montagna, e quella con l‘opera di Moebius.
Determinati paesaggi di alta quota riecheggiano sicuramente le

atmosfere presenti nelle tavole dell'illustratore francese, in particolare quelle relative agli ambienti che raffigurano impervi e lontani pianeti.


E per finire, quell'insistere in tanti acquerelli sulla scala dei grigi,
quasi non si potessero usare i colori, come a negarne l‘esistenza.
Chi fa venire in mente, se non i grandi fotografi di montagna? Uno per tutti: Ansel Adams.

 

narci simon 2


Con tutto questo bagaglio culturale e non solo con la bravura dello scrupoloso artigiano Narci realizza i suoi quadri, e nonostante le macchine fotografiche, ci sarà sempre bisogno di qualcuno che, come lui, continui a percorrere le nostre vette vedendole con il suo sguardo originale.
E' attraverso il suo modo di guardare quei ‘sassi' che anche noi
riusciamo a percepire le rocce come qualcosa di diverso dalle molteplici immagini che conosciamo, che possiamo avvicinarci e scoprire con occhi nuovi il mutevole paesaggio alpino, fatto di scorci e vedute di grande suggestione.


'Quattro sassi' ...inquietante rifugio di spiriti maligni... questa e
stata a lungo la montagna, per i nostri valligiani.
Oggi, per tutti, e diventata un monumento naturale, paragonabile
alle più importanti opere d‘arte.
Ma per arrivare a questo risultato ci sono voluti uomini che, nel
corso dei secoli, hanno insegnato ad apprezzare in quei ‘quattro
sassi' qualcosa di diverso.


E, se e senz'altro vero che Narci ha saputo raccogliere il testi

lasciatogli dai grandi pittori di montagna, è altrettanto vero che quella tradizione ha saputo/voluto 'tradirla' per mostrarci qualcosa di nuovo.


Proprio attraverso questo 'tradimento' lui ci insegna a guardare le
montagne, i nevai, i ghiaioni, le nuvole in modo originale, ad uscire in questo modo dai nostri stereotipi visuali.
Questo sguardo, che sa farsi nuovo racconto, sono oggi i quadri di Narci.

 

Paolo Meneguz

 


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